La Bancarotta di Firenze: nel XIII secolo Firenze vide aumentare enormemente la produzione di pezze di lana: in città c’erano circa 300 botteghe che producevano 100.000 pezze di lana l’anno.
La crescita era stata così rapida che il territorio non poteva più supportare la richiesta di lana.
Così alcuni commercianti fiorentini organizzarono importanti importazioni da Spagna e Inghilterra.
Questo processo mise in moto enormi capitali (navi, merci, equipaggi) e molti commercianti si arricchirono talmente tanto, che cominciarono a costituirsi i primi banchi di credito della città.
L’idea del credito e del risparmio con interesse personalizzato o una rendita portò alla nascita a Firenze di una decina di istituti in meno di 50 anni.
Nel 1336, i Peruzzi contavano tra gli 85 e i 95 agenti di cambio in tutte le grandi città e gli Acciaiuoli avevano 16 filiali in giro per l’Europa. Ma il disastro era alle porte.
Anche la stessa città di Firenze si era indebitata – per 600.000 fiorini – per pagare eserciti di mercenari che difendessero la città, e l’Inghilterra per 600/900.000 fiorini per la guerra dei cent’anni, a cui i fiorentini non potevano dir di no per via del commercio della lana.
Un fiorino era una moneta d’oro di 3,5 g, 150 € al cambio attuale, ma con un potere d’acquisto più alto.
Dobbiamo pensare che le monete d’oro si utilizzavano solo nei grandi commerci, poi c’erano quelle d’argento per le spese minute.
Nel 1345 il comune di Firenze dichiarò bancarotta.
Nello stesso periodo gli inglesi persero la guerra dei cent’anni.
Inoltre tanti nobili napoletani, che avevano depositato i loro soldi nelle banche fiorentine, ritirarono i capitali.
Tra il 1341 e il 1346 tutte le grandi banche fiorentine furono costrette a chiudere.
Giovanni Villani, cronista dell’epoca, scrisse a riguardo: «non rimase quasi sostanza ne’ nostri concittadini».
Quali altri casi di fallimento bancario conosci?
Donato Rizzi