La Strategia aziendale nasce come ramo dell’economia politica nelle aule di Harvard durante il XX secolo.
Tra i maggiori esponenti di questa nuova branca troviamo Alfred Chandler, uno storico che a lungo si è occupato del tema economico (in particolare delle imprese), e Kenneth Andrews, accademico americano la cui importanza deriva proprio da tali studi sulla strategia aziendale.
Ma da dove deriva e soprattutto perché ha riscosso notevole importanza questa nuova materia?
La parola strategia ha un’etimologia greca, deriva da “stratos” (esercito) e “agein” (condurre). Una parola dunque che nasce con finalità belliche.
Proprio per questo gli accademici di Harvard si concentrarono in un primo momento nello studio di testi classici quali:
“De bello gallico” di Caio Giulio Cesare;
“L’arte della guerra” di Sun Tzu.
La finalità dell’analisi della strategia di un’impresa verte sul comprendere il PERCHE’ e il COME essa ha successo nel settore (a differenza delle altre).
Secondo la visione di Chandler, la strategia non è altro che la determinazione dello scopo di lungo periodo e degli obbiettivi di un’impresa, congiuntamente all’adozione di piani d’azione e all’allocazione delle risorse necessarie per realizzare tali obbiettivi.
A tal fine, i giusti quesiti da porsi saranno:
- In quali business ho interesse a stare?
- Come fare per avere successo in un determinato business?
Le risposte a tali domande vertono su 4 elementi chiave da rispettare per fare impresa:
1) focalizzare con precisione obbiettivi semplici e coerenti e di lungo termine
2) Avere una profonda conoscenza dell’ambiente in cui si opera (settore e mercato)
3) Valutare con oggettività le risorse e competenze di cui si è dotati
4) Implementare efficacemente le 3 informazioni precedenti.
Micheal Porter, noto economista, in seguito creerà due schemi chiave:
- Una “catena del valore” per avere una visione chiara delle singole attività in cui un’azienda si può suddividere.
- Un modello delle 5 forze operanti nel settore, per comprendere profondamente le minacce a cui la stessa impresa è soggetta.
Emanuele Ascolese