In Italia ci sono pochi manager in assoluto, pochi manager giovani rispetto ai principali paesi avanzati e nessun manager Under 30.
I manager pubblici e privati sono in Italia l’1,3% dei lavoratori dipendenti.
La presenza media europea è del 4,9%:
- 3,7% in Germania;
- 6,7% in Francia;
- 10,3% in UK.
Da considerare è poi la presenza di manager giovani.
L’età media dei manager europei è di 45,2 anni, quella italiana è di 50,2, un divario che fa riflettere.
In Italia le aziende familiari hanno manager esterni alla famiglia dell’imprenditore solo nel 33% dei casi
Contro la media europea dell’80% dei casi.
L’economia italiana è ancora troppo fondata su aziende a gestione familiare.
Le aziende difficilmente riescono ad innovarsi, non avendo giovani ai vertici capaci di sfruttare le tecnologie.
Il nuovo Rapporto Donne Manageritalia 2020 mostra che le donne dirigenti sono il 18,3% del totale, circa 1 su 5.
Il dato è cresciuto del 49% dal 2008 al 2019, contro un calo del 10% degli uomini.
Siamo ancora lontani dalla parità, ma ci sono buoni segnali
Nel 2019, ultimo dato disponibile Inps, le donne sono il 18,3% dei dirigenti privati (erano il 17,6% l’anno precedente), ma ben il 32,3% tra gli under 35 e il 28% tra gli under 40.
La loro forte crescita è continuata anche nell’ultimo periodo, che ha visto negli anni scorsi i dirigenti riprendere a crescere dopo il calo dovuto alla
crisi iniziata nel 2008.
Infatti, dal 2008 al 2019 i dirigenti privati sono diminuiti del 3%.
L’introduzione dei giovani nel mondo del lavoro risulta fondamentale per il pieno sviluppo e l’innovazione.
Componenti essenziali in un mondo che cambia per essere sempre competitivi sul mercato.
Tuttavia, nonostante non manchino le qualifiche e il bagaglio esperienziale tra noi giovani, mancano investimenti efficaci, politiche di sviluppo e progetti innovativi per orientarsi al futuro e anticipare i trend, anziché rincorrere gli altri Paesi.
Secondo perché non esistono manager Under 30 in Italia?
Domich Guaddah