La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo è stata istituita nel 1959 per assicurare il rispetto della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali.


Il compito della Corte è di pronunciarsi sui ricorsi degli Stati e dei singoli cittadini che lamentano la violazione di un diritto fondamentale (il ricorso è ammissibile solo una volta espletati tutti i possibili ricorsi interni allo Stato).


La Corte ha giudicato molti casi di violazione dei diritti umani nel 2020 da parte dei Paesi europei (su 871 pronunce totali in 762 casi è stata riscontrata almeno una violazione).


Il Paese che ha accumulato più violazioni è la Russia con 173 violazioni accertate su un totale di 185 sentenze. La maggior parte riguardano la violazione del diritto alla libertà e alla sicurezza (85), del diritto a un equo processo (54) e per trattamenti inumani o degradanti (41).


Quando si parla di violazioni dei diritti umani non si può però non parlare dei limiti principali della Corte:


1) Non può agire di propria iniziativa ma deve essere adita da uno Stato o da un singolo;


2) Nella fase di esecuzione della sentenza, non può né annullare né modificare le leggi degli Stati (può solo stabilire una tempistica in cui gli Stati devono adeguarsi).


Per incidere maggiormente nella fase di esecuzione, l’Ue ha recentemente istituito un regime di sanzioni in materia di diritti umani per prendere misure mirate nei confronti di persone, entità e organismi compresi soggetti statali e non statali – responsabili di gravi violazioni e abusi dei diritti umani in tutto il mondo, indipendentemente dal luogo in cui avvengono.

Tali misure restrittive prevedono il divieto di viaggio nei confronti delle persone e il congelamento di fondi applicabile sia alle persone che alle entità.

È inoltre fatto divieto alle persone ed entità dell’Ue di mettere, sia direttamente che indirettamente, fondi a disposizione dei soggetti inseriti nell’elenco.


Questo nuovo regime di sanzioni è stato utilizzato, per la prima volta, nei confronti proprio di quattro cittadini russi per il ruolo avuto nell’arresto, nel processo e nella condanna di Alexei Navalny.

Carmelo La Manna

0 Comments

Lascia un commento

Your email address will not be published. Required fields are marked *

*

©2024 Economiain10secondi

CONTATTACI

Non siamo in giro in questo momento. Ma c'è possibile inviare una e-mail e ti tornare a voi, al più presto.

Sending

Accedi con le tue credenziali

or    

Hai dimenticato i tuoi dati?

Create Account