I bias cognitivi rappresentano il modo con cui il nostro cervello distorce di fatto la realtà. Il più delle volte consistono in errori cognitivi utilizzati per prendere decisioni senza troppa fatica e nei processi di pensiero.

Le euristiche sono scorciatoie mentali intuitive e sbrigative, che permettono di costruire un’idea generica su un argomento senza effettuare troppi sforzi cognitivi, giungendo rapidamente a delle conclusioni

In sintesi, se le euristiche sono scorciatoie comode e rapide estrapolate dalla realtà, i bias cognitivi sono euristiche inefficaci, pregiudizi astratti che non si generano su dati di realtà.

Ma quali sono i bias cognitivi più comuni?

Bias di conferma:

Consiste nel ricercare, selezionare ed interpretare informazioni che confermino le proprie convinzioni o ipotesi, ignorando o sminuendo quelle in contraddizione.

Bias di Ancoraggio:

Quando da un punto di partenza (l’àncora) si fanno aggiustamenti per raggiungere la propria stima. Quando il primo prezzo offerto per un’auto diventa lo standard per il resto della negoziazione, un prezzo inferiore sembrerà ragionevole a prescindere.

Fallacia di Gabler:

È la tendenza a dare rilevanza a ciò che è accaduto in passato al punto di influenzare i giudizi attuali. Chi ha ricevuto un giudizio positivo nel passato tenderà a riceverlo anche nel presente. “Quel che conta è la prima impressione”.

Bias dello status quo:

È una distorsione valutativa per la resistenza al cambiamento, l’ingiustificata supposizione che una scelta diversa potrà far peggiorare le cose. Per Thaler e Kahnemann deriva dalla combinazione tra avversione alla perdita ed effetto dotazione.

Illusione della frequenza:

Il cervello tende a selezionare informazioni che ci riguardano, a farci notare auto rosse se abbiamo appena acquistato una macchina rossa o un oggetto quando siamo intenzionati ad acquistarlo.

Davide Muscella

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