La caduta dell’Impero Romano d’Occidente è un degli eventi più importanti della storia. Nel corso dei secoli sono state date numerose spiegazioni sui motivi che portarono a questa caduta.
In linea generale possiamo dire che l’Impero è caduto dopo essere stato invaso, nel corso del V secolo, da molte popolazioni. La data fissata formalmente dagli storici è il 476 d.C., anno in cui Odoacre depose l’ultimo imperatore romano d’Occidente, Romolo Augustolo.
La caduta, tuttavia, non derivò solo da ragioni di natura militare, ma anche e soprattutto da ragioni di natura economica e finanziaria.
Il progressivo declino dell’impero romano iniziò con la crisi del III secolo (compresa all’incirca tra il 235 d.C. ed il 284 d.C.).
L’economia dell’impero romano nei primi due secoli si era basata sulle conquiste militari, in mancanza di nuove conquiste, le spese dello stato furono coperte con un aumento delle tassazioni.
La pressione fiscale divenne insostenibile per molti piccoli agricoltori che furono costretti a rinunciare ai diritti sulle loro terre, per andare a lavorare in condizioni di semischiavitù sotto i grandi proprietari (colonato).
Si diffusero così i latifondi, scarsamente produttivi, e il ceto dei contadini liberi si assottigliò I grandi proprietari terrieri invece, divennero sempre più potenti e iniziarono a mal sopportare l’ingerenza dell’autorità centrale di Roma (frazionamento).
Le invasioni barbariche del V secolo diedero il colpo finale: la perdita di grosse porzioni di territorio ridusse la capacità di riscossione, nel 450 d.C Roma aveva perso gran parte della sua base imponibile.
Infine la mancanza di denaro comportò l’impossibilità di schierare un esercito valido in grado di opporsi agli invasori
Carmelo La Manna