Le condizioni economiche dell’Italia dopo la liberazione erano disastrose. L’occupazione tedesca e i bombardamenti alleati avevano devastato il patrimonio abitativo e il sistema dei trasporti.
Alcuni dati:
- 80% della marina mercantile perso
- Distrutti 2 milioni di vani
- 50% degli autocarri distrutto
In aggiunta i collegamenti ferroviari erano interrotti per i danni ai ponti e ai binari. Molte strade erano impraticabili. Rimasero solo contenuti i danni all’apparato industriale (10%).
Dal punto di vista del PIL pro capite. Nel 1945 il valore era pari al 55% di quello del 1939 ed esso risultava addirittura inferiore (in valori costanti) a quello del 1905.
Quello che si presentava dopo il 25 aprile 1945 era un paese distrutto, materialmente e moralmente. Bisognava ricostruire l’economia, ma anche le istituzioni politiche dopo il periodo fascista e il vuoto di potere, creatosi dopo l’armistizio, durato due anni.
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L’Italia però seppe in pochi anni “tornare in pista” recuperando già nel 1950 quanto perso con la guerra e iniziando il periodo del cosiddetto “miracolo economico” (1950-1973). Il PIL pro capite triplicò con una crescita media del 5% l’anno.

All’interno di questo periodo, l’economia italiana iniziò una nuova fase da record raggiungendo livelli produttivi mai visti prima.
I fattori che contribuirono maggiormente a questa crescita furono il basso livello dei salari e l’intervento dello Stato in settori strategici come quello dell’energia e delle materie prime.
Conoscevi le condizioni economiche dell’Italia dopo la Liberazione? Secondo te le due fasi sono correlate?
Autore: Filippo Mussini