Secondo la Social Market Foundation un dipendente felice è più produttivo del 22% rispetto a un lavoratore insoddisfatto. Solo 1 lavoratore su 3 si sente coinvolto e partecipe del destino dell’azienda per la quale lavora.

Investire nella felicità dei dipendenti si traduce in un aumento del fatturato, riducendo allo stesso tempo l’assenteismo e il turnover.

Il senso d’appartenenza porta a una maggiore lealtà nei confronti dell’azienda, disincentivando la fuga dei migliori dipendenti.

Uno dei primi ad interessarsi al benessere dei dipendenti è stato Adriano Olivetti, attento a coniugare lo sviluppo industriale con l’affermazione dei diritti umani.

Con le sue idee rivoluzionarie, fu tra i primi a teorizzare un ambiente di lavoro attento all’arricchimento culturale e personale dei lavoratori.

Infatti, accanto ai reparti di produzione delle macchine da scrivere, fece inserire biblioteche e cinema per i dipendenti.

Olivetti fu il primo ad introdurre nei pressi delle aziende asili nido, mense ed ampi spazi verdi, al fine di coniugare la vita familiare con quella lavorativa.

Questo perché lo scopo aziendale per Adriano Olivetti non era solo quello di incrementare i profitti, quanto quello di ispirare un circolo virtuoso finalizzato al bene comune di tutta la società.

Siamo sicuri che ad oggi la Olivetti rientrerebbe nei primi posti al mondo come “best place to work for“.

E tu pensi che un dipendente felice sia più produttivo?

Francesco Chimienti

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