Tutti ne parlano molti lo voglio, ma il salario minimo potrebbe essere dannoso per l’Italia.
Dei 27 Paesi dell’Unione Europea solamente 6 (Italia, Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia e Svezia) non hanno una normativa sul salario minimo.
Per molti il salario minimo rappresenta una tappa fondamentale per far si che tutti i lavoratori siano tutelati allo stesso modo.
Però il salario minimo, aumentando il costo del lavoro, potrebbe avere ripercussioni negative in termini occupazionali. Portando ad un incremento del tasso di disoccupazione e ad un aumento del lavoro in nero.
Importante è poi considerare anche l’effetto inflazionistico. Le imprese potrebbero trasferire i più alti costi del lavoro sui consumatori, determinando un ulteriore aumento dei prezzi.
Il salario minimo è correlato con il livello di produttività del lavoro e con il reddito medio da ora lavorata del Paese. L’introduzione di un salario minimo simile a quello tedesco potrebbe mettere in seria difficoltà il tessuto industriale italiano caratterizzato da piccole-medie imprese.
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Prima dell’introduzione di una misura così importante, bisognerebbe agevolare la vita delle imprese. Da anni queste sono oppresse da una burocrazia asfissiante. Con un carico fiscale e contributivo che si aggira intorno al 60%.
Favorire il progresso tecnologico e aumentare la concorrenza tra le imprese risulta essere fondamentale per aumentare la produttività. Con un conseguente aumento di capitali privati e di investimenti esteri diretti.
La lotta all’evasione fiscale, la riduzione degli sprechi da parte degli enti pubblici e un utilizzo più accurato delle risorse da parte dello Stato. Potrebbero alleggerire il carico alle imprese. E porre le basi all’introduzione del salario minimo.
Secondo te il salario minimo potrebbe essere dannoso per l’Italia?
Autore: Domich Guaddah.