La storia dei ragazzi di Budapest è quella della rivoluzione ungherese del 1956. La rivolta durò dal 23 ottobre al 10-11 novembre, e fu uno degli eventi chiave della Guerra Fredda che contribuì a indebolire la posizione geostrategica di Mosca.

La premessa di questa rivoluzione fu la “riabilitazione” e la successiva l’elezione di Władysław Gomułka a capo del Partito Operaio Unificato Polacco.

Il 23 ottobre 1956, gli studenti dell’Università di Tecnologia e di Economia di Budapest si riunirono di fronte alla statua del poeta Petõfi (artefice della rivoluzione del 1848), per una manifestazione pacifica a sostegno di Gomułka.

Il piccolo raduno iniziale attirò velocemente tantissime persone. Tra cui molti soldati ungheresi, che strapparono le stelle sovietiche dalle proprie divise e si unirono alla folla. La manifestazione pacifica si trasformò in rivolta anti-sovietica.

La folla, che al suo apice contava almeno 200.000 persone, demolì l’enorme statua di Stalin.

Ovunque l’Ungheria entrò in subbuglio. Nel Paese venne indetto lo sciopero generale con i manifestanti che chiedevano il ritiro delle truppe sovietiche e le libere elezioni.

Il 31 ottobre l’Unione Sovietica ufficializzò i piani d’invasione dell’Ungheria. Si trattava di una vera e propria guerra. Combinava incursioni aeree a bombardamenti di artiglieria e azioni coordinate tra carri e fanteria.

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Il 4 novembre l’Armata Rossa arrivò alle porte di Budapest con circa 200.000 uomini e 4.000 carri armati. Iniziò l’attacco. La sproporzione abissale delle forze in campo era tale che le resistenza ebbe una vita brevissima.

Gli scontri terminano a dicembre e lasciarono sulle strade di una Budapest più di 3.000 morti. In Italia 101 intellettuali del Partito Comunista, tra cui Renzo De Felice e Lucio Colletti, firmarono un manifesto di condanna delle azioni di Mosca.

Conoscevi la storia ragazzi di Budapest?

Autore: Carmelo La Manna

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