Zara adotta un modello di integrazione verticale della catena di produzione. Con l’eliminazione degli intermediari e la creazione di una logistica perfetta nella gestione dei prodotti. La maggior parte della produzione avviene in stabilimenti posseduti dall’azienda stessa, situati in Galizia, Portogallo e Turchia.
Zara è stata Fondata a La Coruña nel 1975 da Amancio Ortega. Zara fa parte del gruppo Inditex, che include marchi quali Bershka, Stradivarius, Pull&Bear e Massimo Dutti.
L’innovativo modello di business e la gestione della supply chain (catena di produzione) hanno reso Zara una delle multinazionali di maggior successo degli ultimi anni. Al punto da diventare un caso studio nella recente letteratura manageriale.
Grazie alla gestione integrata e alla comunicazione continua tra i vari attori della supply chain. Zara è in grado di ideare un nuovo capo d’abbigliamento e renderlo disponibile sugli scaffali dei negozi di tutto il mondo in sole 2 settimane (time-to-market).
Le performance logistiche di Zara permettono all’azienda di seguire costantemente le ultime tendenze. Partendo dal feedback dei clienti negli store e ispirandosi alle collezioni dei principali brand del fashion.
TI POTREBBE ANCHE INTERESSARE: Sergio Marchionne e il modello della fabbrica piatta.
In termini di marketing Zara attribuisce ai suoi prodotti un senso di esclusività e scarsità, producendo intenzionalmente ogni articolo in quantità limitata e trasmettendo ai consumatori un senso di urgenza.
Questo porta i clienti a visitare gli store frequentemente e ad acquistare i prodotti subito. Per evitare che questi non siano più disponibili nelle settimane successive.
In questo modo Zara riesce a vendere la maggior parte dei prodotti a prezzo pieno, realizzando elevati margini, e a ridurre i costi di gestione delle merci invendute che andrebbero poi reimmesse negli store nel periodo dei saldi.
Sapevi che Zara utilizzava un modello di integrazione verticale?
Autore: Andrea Gallo