Ogni anno lo spreco alimentare nel mondo supera 1,3 miliardi di tonnellate, per un valore totale che supera i 900 miliardi di dollari.

  • 45% della frutta e verdura;
  • 30% del pesce;
  • 30% dei cereali;
  • 20% della carne.

Questo cibo viene scartato nonostante sia commestibile. I motivi sono vari: logistici, commerciali, climatici o tecnici.

Secondo la FAO cibo potrebbe sfamare due volte e mezzo gli 811 milioni di persone che nel 2020 hanno sofferto la fame (161 milioni in più rispetto al 2019), un livello di fame e malnutrizione mai raggiunto prima.

Ogni anno le perdite e gli sprechi di cibo nella sola Unione Europea sfiorano i 90 milioni di tonnellate. Circa il 20% del cibo prodotto, per un valore di 143 miliardi di euro.

In Italia lo spreco di alimenti rappresenta 5,2 milioni di tonnellate di prodotti. Pari a un valore di 9,7 miliardi di euro.

In merito alle politiche di contrasto allo spreco, l’Italia è attiva da molti anni. Attraverso il Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi Alimentari (PINPAS) e vari interventi normativi.

La legge 166/2016 (“Legge Gadda”), in particolare, ha semplificato il quadro normativo per la gestione delle eccedenze alimentari. Mettendo al centro la solidarietà sociale e il diritto al cibo. La legge promuove la redistribuzione delle eccedenze alimentari offrendo la possibilità per le associazioni di volontariato di recuperare direttamente i prodotti agricoli idonei al consumo rimasti in campo.

Nel 2020, proprio a favore degli indigenti, si registrano numeri in crescita nella redistribuzione delle eccedenze recuperate dalla GDO e dalla ristorazione grazie alla solidarietà di molte insegne. Sono state distribuite 100.983 tonnellate di prodotti, attraverso 7.557 tra strutture caritative e mense a quasi 1,7 milioni di indigenti.

Secondo te il problema dello spreco alimentare nel mondo è stato sottovalutato?

La possibile carestia mondiale per la guerra in ucraina potrebbe portare alla ribalta il problema?

Alessio Sanfelici

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