In Italia un laureato guadagna il 76% in più rispetto a chi non ha una laurea. Tuttavia, questo vantaggio resta inferiore rispetto alla media Ocse. Solo il 20% degli adulti tra 25 e 64 anni possiede un titolo universitario. Negli altri Paesi Ocse la quota arriva al 41%. Il risultato è un ritardo strutturale che pesa sul reddito e sulla crescita.
Laurearsi conviene, ma meno che altrove
Studiare conviene ancora, ma non come nel resto del mondo. In Italia un laureato guadagna il 76% in più di chi non ha il diploma, mentre negli altri Paesi il guadagno è quasi doppio. La differenza mostra che il mercato del lavoro italiano premia meno la formazione e offre carriere più lente.
Investimenti bassi e percorsi troppo lunghi
L’Italia investe poco nell’istruzione. La spesa media è di 12.000 dollari per studente, contro oltre 17.500 nell’Ocse. Molti giovani abbandonano gli studi o si laureano in ritardo. Questo frena l’ingresso nel lavoro e riduce il rendimento economico della laurea.
Troppi Neet e poca connessione tra università e lavoro
Un altro problema riguarda i giovani che non studiano e non lavorano. I cosiddetti Neet sono più del 30% tra i 20 e i 29 anni, una delle percentuali più alte in Europa. Le imprese faticano a trovare profili qualificati e l’università non sempre forma competenze richieste dal mercato.
Nord e Sud, due realtà opposte
Il vantaggio della laurea cambia da regione a regione. In Calabria, ad esempio, un laureato guadagna in media 1.200 euro al mese. Al Nord la media supera i 1.500. Lo riporta AlmaLaurea 2024. Il motivo? Un mercato del lavoro più debole, con poche imprese tecnologiche e salari bassi. Molti giovani, quindi, scelgono di partire.
Come aumentare il valore della laurea
Per cambiare rotta servono più risorse e riforme mirate. Bisogna rafforzare la collaborazione tra università e imprese, investire in innovazione e ridurre i tempi di laurea. Anche programmi di tirocinio e master pratici possono aiutare i giovani a trovare lavoro stabile e meglio retribuito.
Un capitale umano da non perdere
L’Italia ha bisogno di trattenere i suoi talenti. Ogni studente che lascia il Paese è una risorsa sprecata. In Italia un laureato guadagna il 76% in più, ma spesso questo non basta a compensare le scarse opportunità di carriera. Senza un piano nazionale per valorizzare i laureati, il divario con l’Europa rischia di crescere ancora.
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