I dipendenti costano all’azienda quasi il doppio dello stipendio erogato.

È quanto emerge da uno studio condotto nel 2017 dalla Confederazione Generale Italiana dell’Artigianato (CGIA).

L’Ufficio studi della CGIA ha esaminato la composizione delle buste paga di 2 lavoratori dipendenti entrambi occupati nel settore metalmeccanico dell’industria.

Il primo caso riguarda un operaio con uno stipendio mensile netto di poco superiore ai 1.350 euro: al suo titolare costa 2.357 euro.

Questo importo è dato dalla somma della retribuzione lorda (1.791 euro) e dal prelievo contributivo a carico dell’imprenditore (566 euro).

Il cuneo fiscale (dato dalla differenza tra il costo per l’azienda e la retribuzione netta) è pari a 979 euro che incide sul costo del lavoro per il 41,5%.

Il secondo caso, invece, si riferisce a un impiegato con una busta paga netta di poco superiore a 1.700 euro.

In questa ipotesi, il datore di lavoro deve farsi carico di un costo di oltre 3.200 euro.

Questa cifra è composta dalla retribuzione mensile lorda (2.483 euro) a cui si aggiungono i contributi mensili versati dal titolare dell’azienda (729 euro).

Il cuneo fiscale è di 1.503 euro che incide sul costo del lavoro per il 46,8%.

Secondo l’Ocse, tra i paesi più industrializzati del mondo solo Francia, Repubblica Ceca ed Estonia hanno un carico contributivo per dipendente superiore al nostro.

Carmelo La Manna

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