L’articolo 1 della nostra Costituzione recita: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”. Ma il lavoro in Italia è tutt’altro che sicuro. l’Italia è infatti seconda in Europa per morti sul lavoro
In Europa nel 2019, secondo i dati dell’EUROSTAT, sono stati accertati 3.408 morti sul lavoro. L’Italia è seconda in Europa per morti sul lavoro, con 406 morti bianche (in termini assoluti) seconda solo alla Francia.
È bene poi sottolineare che tra i vari infortunati, ammalati e morti sul lavoro, vi è una parte di lavoratori a nero difficile da stimare. Questi, non godendo di certe tutele, sfuggono a ogni statistica alterando quindi i dati.
I dati INAIL sulle denunce del 2020 registrano, rispetto all’anno precedente, un calo in termini di infortuni non fatali (-11,4%). Con un aumento di quelli fatali (+27,6%).
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Fino al 2000 in Italia si è assistito ad un forte diminuzione sia degli infortuni, sia dei morti sul lavoro. Da quel momento in poi i dati risultano essere stazionari.
Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro ritiene che il 2021 si sarebbe concluso con 1.404 morti sul lavoro. Un dato doppio rispetto a quello medio dell’INAIL. Questo perché sono conteggiati anche i lavoratori in nero.
Le categorie con più morti bianche:
- Agricoltura: 30% (di tutti i morti sui luoghi di lavoro)
- Edilizia: 15%
- Autotrasporto: 11%
Protocolli di sicurezza non applicati, contratti meno tutelanti di altri e scarsa formazione rendono il lavoro pericoloso. I dati resi noti dall’INAIL sulla sua attività di vigilanza per il 2019 indicano che circa il 90% delle aziende ispezionate risulta irregolare.
Secondo te, cosa bisognerebbe fare per rendere il lavoro più sicuro?
Autore: Dominich Guaddah