È vero che nella crisi finanziaria del 2008 i soldi del narcotraffico hanno salvato le banche?
Non si può dire con certezza me è vero che i proventi della criminalità sono stati per le banche in molti momenti l’unico capitale d’investimento contante disponibile.
In seguito al fallimento di Lehman Brothers del 15 settembre 2008. Il mercato interbancario si era trovato improvvisamente a corto di liquidità. Si stima che entrarono in quel periodo circa 300 miliardi di euro dalla attività di narcotraffico.
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Oltre alle consuete forme di riciclaggio esistono meccanismi molto più articolati di trasferimento monetario internazionale che tendono a occultare il denaro sporco.
Sono meccanismi fondati sul metodo del prestito garantito o del deposito in garanzia di capitali sulla base di false fatturazioni per operazioni commerciali.
Lo spostamento dei proventi del narcotraffico avviene per steps:
Si parte dalla negoziazioni di garanzie bancarie o assicurative in paesi offshore. Questo consente l’erogazione in Italia o all’estero di prestiti bancari contratti per importi simili.
Il secondo step è l’iscrizione al bilancio del capitale finanziato tra le passività della società controllata. Ottenendo anche un vantaggio fiscale. La movimentazione si conclude con il reinvestimento degli affidamenti. Per finire con l’escussione delle garanzie prodotte nel paese offshore da parte delle banche eroganti.
La monetizzazione delle garanzie ottenute nei paesi in cui il segreto bancario è ancora garantito, rende possibile l’effettiva disponibilità del capitale dall’altra parte del mondo. E anche con la possibilità di essere reimpiegato nel circuito legale dell’economia e magari anche per salvare qualche banca.
Secondo te i soldi del narcotraffico hanno salvato le banche?
Autrice: Giulia Baccini